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IL MASSAGGIO: tra arte e scienza

  • Immagine del redattore: Dott. Emanuele Pace
    Dott. Emanuele Pace
  • 16 dic 2020
  • Tempo di lettura: 2 min


La parola massaggio sembra derivare dall'arabo “mass” o “mash” (frizionare, premere) o dal greco “masso” (impastare, maneggiare). I benefici fisici e psicologici di questa pratica sono stati riconosciuti fin dall'antichità, tanto che si può senz'altro affermare che l'arte medica abbia avuto inizio proprio col massaggio.


Attualmente il massaggio sta vivendo un momento di vigorosa rinascita, grazie a un forte bisogno di ritorno ai valori “naturali”, soprattutto come reazione alle condizioni di intenso stress e di abuso di farmaci imposti dall'attuale società.

Oggi, la moderna ricerca scientifica ha definitivamente riconosciuto il massaggio come terapia efficace, definendone i meccanismi d'azione, le indicazioni e le controindicazioni cliniche. Non solo, le sempre più numerose e recenti scoperte sull'importanza di matrice extracellulare e del sistema connettivo nell'intera fisiologia del corpo umano, stanno riportando coloro che sono in grado di agire profondamente su di essi (con tecniche di movimento e/o di massaggio), all'antico ruolo di primaria importanza nell'ambito della salute.


Ogni manualità produce cambiamenti fisiologici sempre tramite due tipi di azione (presenti in proporzioni diverse in base alla manualità):

  1. azione diretta o meccanica: stimolo fisico prodotto direttamente su tessuti ed organi

  2. azione indiretta o neuroriflessa: stimolazione dei recettori nervosi di cute, fascia connettivale, muscoli, tendini, legamenti e capsula articolare, che trasmettono lo stimolo al SNC, il quale risponde provocando variazioni fisiologiche di tipo riflesso anche su organi lontani dal punto di stimolazione diretta.

La pratica del massaggio riesce a ridurre i livelli di cortisolo che è stato collegato all’attività del sistema immunitario. Il cortisolo, infatti, gioca un ruolo fondamentale nella produzione dei globuli bianchi e nell’attività del sistema immunitario.

E al contempo più alti livelli di ossitocina (l’ormone del buonumore) e di linfociti.


Il massaggio migliora l’irrorazione dei tessuti e l’ossigenazione dei muscoli, riducendone la rigidità; restituisce la normale mobilità alle strutture lese da contratture oppure da affezioni reumatiche e circolatorie; grazie al suo effetto drenante e al migliore ritorno venoso facilita il riassorbimento degli ematomi; mette in circolo le endorfine attenuando il dolore; l’ipertermia locale generata previene gli infortuni e dopo un allenamento o gara accelera la rimozione dell’acido lattico e in genere dei cataboliti prodotti.


Il massaggio è in grado non solo di ridurre l’infiammazione, impiegando di fatto i medesimi procedimenti biologici degli antinfiammatori in commercio, ma anche di promuovere la crescita di nuovi mitocondri nel muscolo.


Alla luce di queste nuove scoperte, i benefici del massaggio e il suo potere antidolorifico potrebbero essere utilizzati efficacemente oltre che dagli atleti anche da una ben più vasta categoria di individui: anziani, persone che hanno subito traumi muscoloscheletrici, pazienti con dolori cronici, giustificando il suo uso nella pratica medica tradizionale. Non esistono particolari controindicazioni: è sufficiente affidarsi a mani esperte.



 
 
 

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