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MASSAGGIO

  • Immagine del redattore: Dott. Emanuele Pace
    Dott. Emanuele Pace
  • 29 mag 2018
  • Tempo di lettura: 2 min

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Il massaggio (dal greco massein che significa "impastare", "modellare") è la più antica forma di terapia fisica, utilizzata nel tempo da differenti civiltà, per alleviare dolori e decontrarre la muscolatura allontanando la fatica. Ne esistono infatti diversi tipi, con differenti finalità: distensivi, muscolari, sportivi, antidolore, drenanti, anticellulite e rilassanti.

La massoterapia è il massaggio con finalità terapeutica svolto da un terapista abilitato (di norma fisioterapista, o l'M.C.B. o il massofisioterapista). Rappresenta il massaggio applicato sul corpo tenendo conto delle condizioni generali del paziente (sesso, età, soggettività, problema da trattare e capacità di reazione dell'organismo) e si distingue da quello non terapeutico (benessere o estetico) per profondità di azione e finalità.

Si esegue con una tecnica che attraverso il contatto corporeo, manuale e con manovre precise e sequenziali, attenua dolore e tensione all'apparato muscolare. I movimenti del massaggio possono essere eseguiti nella direzione delle fibre muscolari o possono essere in direzione trasversa ad esse (massaggio trasverso profondo), possono rispettare il senso della circolazione venosa/linfatica, quindi dalle estremità verso il cuore (nel caso di linfodrenaggio manuale), e possono essere decisi e rapidi, per un effetto stimolante, lenti e delicati, per un effetto calmante, o lento e profondo per un effetto decontratturante.

Tra le varie manovre del massaggio ci sono:

  • Lo sfioramento; è caratterizzato dalla mano che scivola sulla pelle con una minima pressione (sfioramento vero e proprio) o con pressione più accentuata (sfioramento profondo). Gli effetti dello sfioramento sono: vasodilatazione superficiale, anestesia sulle terminazioni nervose cutanee. Gli effetti dello sfioramento profondo sono: eliminazione delle cellule morte dello stato corneo, stimolazione della corrente venosa (il massaggio va praticato sempre in direzione del cuore).

  • La frizione; a differenza dello sfioramento, la mano non scivola sulla pelle ma vi aderisce e scorre sui piani sottostanti con movimenti circolari o ellittici. Gli effetti della frizione sono: scollamento delle aderenze posturali o cicatriziali, scioglimento di tutti gli aggregati (cellulite, ematomi, tossine).

  • La percussione; è una sequenza di colpi dati con la mano a coppetta, a fendente o con il pugno chiuso; induce un effetto stimolante e tonificante.

  • L'impastamento superficiale; è l'atto di strizzare/comprimere e rilasciare la pelle con il connettivo sottostante.

  • L'impastamento profondo; è l'atto che viene eseguito strizzando/comprimendo e rilasciando le masse muscolari. L'effetto principale dell'impastamento (definito cuore periferico) è dovuto alla sua azione di svuotamento/richiamo che consente un'accelerazione nel ricambio dei liquidi del tessuto massaggiato con relativo aumento dell'ossigenazione, nutrimento, pulizia e ricambio cellulare.

  • La vibrazione; è una pressione unita ad un movimento oscillatorio; produce un effetto calmante sulle terminazioni nervose.

Tutti possono ricevere i massaggi, con qualche precauzione riguardo ai bambini e agli anziani: il massaggio adatto a loro sarà necessariamente più leggero, tenendo conto della fragilità ossea.

Controindicazioni relative:

  • infiammazioni

  • infezioni

  • malattie infettive

  • Neoplasie (salvo esplicita indicazione medica)

  • immediatamente dopo un intervento chirurgico (salvo esplicita indicazione medica, come in caso di linfodrenaggio)

  • traumi recenti (fratture, distorsioni, contusioni, lussazioni, strappi muscolari o tendinei)

  • lesioni della pelle (abrasioni, tagli, ustioni, scottature solari)

  • stati febbrili

  • vene varicose e flebiti (salvo esplicita indicazione medica, come in caso di linfodrenaggio)

  • malattie della pelle contagiose o che peggiorano con lo sfregamento.

  • presenza di pace-maker: evitare la zona di impianto

  • in caso di malattie mentali, se non si conoscono le reazioni del soggetto.

  • Soggetto non vigile

 
 
 

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